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L’implantologia è quella branca dell’odontoiatria che permette la sostituzione degli elementi dentari andati perduti, in modo molto semplice, sicuro e duraturo nel tempo, attraverso l’inserimento di dispositivi protesici in titanio all’interno dell’osso. Si basa sul processo biologico dell’osteointegrazione che permette all’impianto di integrarsi saldamente con l’osso del paziente.
Gli impianti dentali possono sostituire denti mancanti oppure fissare saldamente protesi rimovibili permettendo di ripristinare il comfort e l’estetica.
Si evita di intaccare gli elementi dentari vicini all’elemento perso oppure di dover ricorrere a soluzioni rimovibili quali scheletrati o protesi totali. Questo si traduce in un ritorno alla capacità di masticazione del tutto simile a quella dei denti naturali e, in ultima analisi, in una migliore qualità della vita.
Tutti i pazienti adulti che hanno perso uno o più elementi dentari sono dei potenziali candidati alla terapia implantare.
No, ci sono dei fattori o delle condizioni secondo cui, il ricorso agli impianti, è sconsigliabile.Ogni singolo paziente deve essere valutato attentamente, un buono stato di salute generale è considerato un fattore essenziale.
L’intervento si svolge generalmente in regime ambulatoriale, in anestesia locale e non è doloroso.
E’ una particolare procedura che permette di ottenere denti fissi su impianto immediatamente o a distanza di 24/48 ore dall’intervento.
L’inserimento di un impianto è un intervento con rischi e complicanze del tutto simili ad altri interventi di chirurgia orale. Comune è l’insorgenza di gonfiore, dolore e leggero sanguinamento. In generale un’attenta pianificazione pre-operatoria e una tecnica chirurgica corretta permettono di ridurre al minimo la possibilità di eventuali complicanze.
No, il titanio, materiale di cui sono fatti gli impianti, è un materiale che il nostro organismo non riconosce come estraneo. Esiste invece la possibilità di una mancata osteointegrazione durante il periodo di guarigione che porta ad un fallimento precoce valutabile circa nel 3-4% dei casi. Il tutto si può risolvere posizionando un secondo impianto a guarigione avvenuta.
E’ un’infiammazione localizzata dei tessuti attorno all’impianto indotta dall’accumulo di placca batterica attorno ad esso. Ha come risultato il riassorbimento dell’osso intorno all’impianto e può portare al fallimento dell’impianto stesso.
Se si mantiene un adeguato livello di igiene orale e ci si sottopone a regolari controlli, la vita di un impianto può non avere limiti.
Igiene, cura e attenzione solo alla base. In aggiunta, una collaborazione efficace tra paziente e dentista è indispensabile per garantire un successo a lungo termine.